Il vino, la cantina, la lavorazione
“Scoprire la cultura del vino é recuperare una parte della nostra memoria, le nostre radici, la nostra storia, la cultura, una simbologia importante comune a tante tradizioni, in epoche diverse. Bere vino amplifica il piacere della compagnia, dà quella leggera euforia che ci avvicina alla ricerca del piacere, del desiderio.
Il colore e il profumo che sprigiona evocano calore, ospitalità, senso di familiarità. Come se in un momento ti facessero capire che la vita, la vita vera, é solo quella delle emozioni. Null’altro.”Raffele Morelli
La fermentazione del mosto immerso nelle bucce, avviene spontaneamente sfruttando solamente i lieviti indigeni, lasciando alla natura, il compito in prima persona, l’esito del risultato. Per l’affinamento predilige piccoli botti di rovere (barrique) già esauste, le quali non rilasciano più niente del tradizionale tostato ed il risultato è nel vino, non omologato a un gusto standard, ma diverso in ogni annata, perché ogni annata le condizioni atmosferiche e climatiche che interagiscono, sono differenti.
I vini di Giorgio si possono definire artigianali nel vero senso della parola, rispettano il territorio di appartenenza con annate sempre differenti con i loro imprevisti e i loro equilibri.